Più passano gli anni e più, nelle case discogrfiche, si levano presi alla memoria di San Eriberto: von Karajan, cento milioni di dischi venduti! Dopo di lui,- la deregulation più pòlverizzante. Dalla monarchia assoluta si è passati ad una frmfixmmzione in miororepubbliche, ciascuna orgogliosa della propria nicchia. Come la new economy premia anzitutto la fantasia e la rapidità delìe intuizioni, così le tante etichette minori che nel mercato sono oggi costrette a produrre con maggiore libertà. E anche questa rubrica ne può beneficiare.
Anne Kaasa, docente oggi al Conservatorio Nazionale di Lisbona, è una pianista norvegese, perfezionata a Parigi con Edson Elias, allieva poi del russo Vladimir Viardo, una delle "mani sinistre" più telluriche in attività. Dono un lusinghiero esordio dedicato al connazionale Edward Grieg. la Kaasa (produzione della Saphir per la collana "Musique française", distribuzione Disques Concord; libretto in francese, inglese, norvegese, portoghese) propone un compact tutto ravevliano. Nonostante le incisioni di Perlemuter, Thibaudet, François, nonostante il «Gaspard de la nuit» di Michelangeli, lei osa, e contribuisce ad allargare lo spettro degli interpreti che guardano con consapevolezza ma senza reverenze il «grande repertorio».
Convince della Kaasg la libertà del fraseggio, la nervosità ritmica, ma più ancora il governo liberissimo delle sonorità, che trapassano dalla più immateriale liquidità - «Ondine», ben
costruita nella sua progressione - ad una fragorosa irruenza. Si restituiscono cosi nel frantumato avvio di «Scarbo» e in "Une barque sur l'océan" dai «Miroirs», i due inseparabili dioscuri della poetica di Ravel: l’omaggio al nitore formale della tradizione, la tensione narrativa e dinamica del '900.
La volontà di evitare il rischio dell’estetismo trattiene il canto della «Pavone», ma nelle «Sonatines» il gioco dei registri e beve, d1vertito, il respiro delle dinamiche sempre arioso. Piacerebbe ora ascoltarla nei, due concerti, in particolare in quello in Sol maggiore, dopo gli opposti poli rappresentati da Bernstein e Michelangeli.
Sandro Cappelletta
La Stampa, (Roma), March 2000